giovedì 10 novembre 2022

PEOPLE HATE EACH OTHER - THE NEXT CHAPTER


PEOPLE HATE EACH OTHER - THE NEXT CHAPTER
(Recensione Multipla)


Il 7 settembre è uscito su Bandcamp ( https://peoplehateeachother1.bandcamp.com/album/the-next-chapter ) "The Next Chapter" il nuovo album dei People Hate Each Other prodotto da Love Record e il 17 settembre è stato pubblicato su tutte le piattaforme digitali


BIOGRAFIA
People Hate Each Other nascono nel 2018 e nel gennaio 2020 esce il primo album "Punk is dead...Hooray for the Punk!". In seguito alla pandemia il gruppo si divide e rimane un progetto solista del leader della band Sid Parrot (attivo nella scena punk già dalla fine degli anni 90 con Riot Flowers, Woody Wood Punks e Mascarpones con i quali esce con un 7" intitolato "Fuori dal gruppo!") autore di tutte le canzoni dei People Hate Each Other.
Durante il periodo pandemico ha portato in giro il progetto dal vivo solo con chitarra acustica e voce girando l'Italia e aprendo concerti a band importanti tra i quali i Derozer.
Ha partecipato al disco “Rockers United” di Viboras and Friends nel 2020 cantando nella canzone "For every fall", la canzone "Conspiracy" è stata inserita nella compilation "Punk Rock Against War" per Inconsapevole Records, "Hate" è stata inserita nella compilation “Burning Bridges” di Radio Ponte e altre canzoni sono state inserite in svariate compilation indipendenti italiane e sudamericane.
Nel 2021 "Hate" viene trasmessa nel programma radio statunitense "The Underground Garage" di Rodney Bingenheimer iconico dj rock.
Nel 2022 è presente alla voce e cori nella canzone "DIY" dei Rubber Room.
Inoltre Sid Parrot è presente nella prefazione di "Do what you want - La storia dei Bad Religion" scritto dai Bad Religion e da Jim Ruland e appare anche, in qualità di traduttore, in "This is Joe public speaking" di Anthony Davie, un libro che raccoglie le testimonianze dei fan che hanno incontrato Joe Strummer e i Clash.
Nel 2022 Sid Parrot ha infine lavorato alla realizzazione di The Next Chapter, secondo lavoro dei People Hate Each Other, che sono diventati un progetto solista e sono prodotti dalla Love Records, associazione culturale ed etichetta discografica fondata dallo stesso Sid Parrot e dalla sua compagna Maria Francesca Coeli (con cui ha anche un progetto musicale dal nome Marlena & Sid che uscirà a breve col primo album) per diffondere la musica, l'arte e la cultura.

IMPRESSIONI

(Nando dei Senzabenza)
Nuova prova discografica per i fiorentini PEOPLE HATE EACH OTHER, già protagonisti di un ottimo esordio col precedente “Punk is dead”.
“The Next Chapter” ci propone un punk rock melodico, a volte tirato, a volte più cadenzato, con interessanti sconfinamenti in altre sonorità (ska, grunge e…..altro), ma comunque dal suono molto “statunitense”.

(Stefano di SHS Bears)
Una botta di punk. Questo è il parere istintivo che mi viene da esprimere a bruciapelo. L’album scorre meravigliosamente senza rendersi neanche conto della successione dei brani. Non perché, beninteso, siano troppo uguali tra loro, ma piuttosto per merito della loro genuinità e della loro essenza verace.
Verrebbe da dire, insomma, una triplice analisi della società in cui viviamo, dove tutti ostentano saggezza ed apertura ma, se andiamo a guardare i fatti oltre ai post e alle citazioni pubblicate sui social, la gente là fuori è sempre più svuotata dell’umanità.
“The Next Chapter” denuncia questa ipocrisia in modo diretto, crudo e senza mezzi termini.

(Francesco alias Cappellaio Matto)
I People Hate Each Other tornano con il secondo album dal quale si possono da subito dedurre influenze di band come: Rancid, Misfits ma anche Specials (per la parte più ritmata e cori).

(Gento alias Tizio)
Il disco ha un pregio clamoroso... è onesto! È sincero e pure un po' stronzo, che secondo me non guasta mai.
Ci ho sentito un sacco di richiami a band con le quali sono cresciuto (dai primi Bad Religion ai Rancid passando per un bel po' di band hc punk degli anni che furono fino ad alcune cose alla Turbonegro)

(Lorenzo dei Dischordia)
The Next Chapter è la seconda fatica dei (o del) People Hate Each Other. Un disco autoprodotto da Love Records che vede Sid Parrot vestire i panni dell'autore, arrangiatore, musicista, fonico mix e mastering
La premessa fatta dall’artista come il disco più punk di sempre lancia una vera e propria provocazione che potrete approfondire sui canali della band.
La copertina disegnata dall’americano Washbeast è veramente figa , ma veniamo al contenuto…
Il disco suona molto Rancid style e varia tra ska e punk rock classico con qualche punta di HR melodico che mira ad un contesto sociale e politico. Una ricetta per sopravvivere nell'epoca della performance e del profitto. Ma trovano comunque spazio emozioni personali dell’artista.

(Luca di Across e Duff)
Questo disco è fatto di belle canzoni, diverse ognuna tra loro, si strizza l’occhio al Rock n’ roll,allo ska ed ovviamente al Punk Hc,poi il fatto che alla fine sia stato fatto tutto da una sola mano lo rende assolutamente unico, nessuno ha mai fatto una cosa del genere nel Punk rock o sbaglio? A me questo basterebbe per spingermi a scoprire questo progetto. Altra cosa assolutamente fighissima è il timbro della voce di Sid ed al fatto che sappia armonizzare perfettamente le parti vocali.

(Sura di Why Not Loser)
I PEOPLE HATE HEACH OTHER con quest’ultimo lavoro dimostrano di aver raggiunto una maturità artistica data dagli arrangiamenti curati e mai banali. Un orecchio fino e abituato ad ascoltare PUNK ROCK coglie tutte le sfumature di questo album, che possono ricordare gruppi come NOFX, i già citati RANCID, gli OFFSPRING e potrei citarne ancora altri, ma mi fermo qui.

LE CANZONI

(Nando dei Senzabenza)
Si parte benissimo con “Man or cop?”. Bad Religion style, con la bella e intensa voce “rasposa” di Sid, che caratterizza tutto l’album.
Si prosegue a briglia sciolta fino a “Punk rock”, uno dei pochi episodi “british” dell’album: molto bella e dal ritornello che si fissa in testa subito.
Arriva poi il momento di una “scivolata” nello ska alla Rancid con “Terrible Monster”. Non mi fa impazzire ma ci sta dentro alla grande.
Con “No friends” si esplora il territorio “Seattle sound” con una splendida song. Una delle mie preferite.
Si torna poi al sound più usuale per la band con “Change the world”, che non sfigurerebbe affatto in uno dei migliori album dei NOFX.
Chiude l’album la bellissima “The next Chapter”: punk rock selvaggio, a tratti quasi noise, con un carino effetto megafono alla voce.

(Stefano di SHS Bears)
Ce n’è per tutti: da brani contraddistinti da una maggiore velocità e ritmiche incalzanti, fino al buon classico punk-rock più lento che (parere personale) ho sempre adorato. Un merito va anche alla varietà dei testi, che toccano la sfera quotidiana, sociale e politica.

(Francesco alias Cappellaio Matto)
La prima traccia si chiama :
"Man or Cop" ed è un brano che va dritto al sodo senza molti compromessi.
È caratterizzata da uno stile Hardcore Punk e un finale sfumato che rimane particolare( in quanto inusuale nel genere).
"New Life" prosegue con la linea intrapresa con la traccia d'apertura spostando però le tematiche su una riflessione personale.
"Go Johnny go" è una traccia volutamente sporca con rimandi ai Misfits e delle caratteristiche a volte goliardiche ed "oi".
"Punk Rock" è caratterizzata da un riff di chitarra martellante e un vestito più Indie anni 2000.
"Terrible Monsters" è un brano che fa riprendere fiato ( dalla linea molto tirata dei precedenti ) e se ne esce con uno stile Ska ritmato e ballabile.
"Hero" ha un intro di batteria molto spezzettato e si differenzia dai precedenti brani per la presenza di assoli di chitarra.
"No friends" non è tirata come le altre ma riesce comunque a colpire e anche a emozionare per la tematica della solitudine trattata.
"Hate" richiama lo stile Ramones ed è un brano che dice ciò che vuole dire nel suo minuto e mezzo di durata.
"Change the world" ha delle importanti aperture corali in aggiunta ad armonie e melodie ricercate e non banali.
"All your soul"scurisce i toni e utilizza dei cori (botta e risposta)per staccare dal ritmo ossessivo.
"Song for the losers" rimanda ai primi Offspring e utilizza gli accordi di chitarra come Riff nei versi, l'atmosfera è cupa e malinconica.
"The Devil told me" ha un intro radiofonico che stranamente ricorda Manu Chao e prosegue con uno Ska Rock un po' scanzonato cantato/urlato con cori che spezzano .
L'ultima traccia si chiama :
"The next chapter" ed è un brano che soffoca un po' la voce del cantante con un effetto megafono ed è caratterizzata da una ripetitività ossessiva in stile grunge.

(Gento alias Tizio)
Pezzo top per me "Go Johnny Go", mega, anzi supermega catchy (a me gasano ste robe qua... Sorry)
Chicca assoluta, direi da cuoricino, il coretto nel ritornello di "All Your Soul"... Super figo.

(Luca di Across e Duff)
Il mio metro di paragone per una band o un solista è sempre e solo uno. Se scrivi delle belle canzoni puoi anche registrarle alla “cazzo”(che poi non è il caso di questo album) che restano sempre delle belle canzoni.

(Sura di Why Not Loser)
Composto da tredici tracce, l’album parte in bomba con le canzoni MAN OR COP?, NEW LIFE, GO JOHHNY GO!, PUNK ROCK e rallenta con TERRIBILE MONSTER, composizione dalle sonorità ska punk in puro stile RANCID. L’ascolto riprende un’impennata con le successive canzoni per poi addolcirsi nuovamente con THE DEVIL TOLD ME e terminare con la Title Track THE NEXT CHAPTER.

CONCLUSIONI

(Nando dei Senzabenza)
Sulla registrazione….direi che suona tutto benissimo; in particolare le chitarre, taglienti e cattive.
In conclusione un album pieno di ottime songs, che non annoia mai….e cosa può offrirti di meglio un disco?....

(Stefano di SHS Bears)
Non intendo affatto promuovere il cliché per il quale, se fai punk, la tua musica debba per forza suonare come gli stornelli nelle cantine (e nessuno me li tocchi, gli stornelli e le cantine). Con questo voglio solo dire che, a furia di cercare la qualità suprema e il suono perfetto, si finisce per essere troppo perfezionisti, dimenticandosi della spontaneità e della naturalezza con cui un brano punk viene creato.
E non sono certo io a dover ricordare che punk e spontaneità sono due facce della stessa medaglia. Insomma, ascoltatevi questo disco e godetevi la vita con una birretta senza troppi pensieri.

(Francesco alias Cappellaio Matto)
Alla fine dell'ascolto si ha tra le mani un album maturo e ben registrato che presenta un sound molto tirato ma con delle pause intelligentemente dosate e aiutate da interessanti cori e melodie più ballabili.
Il richiamo agli anni 90 è ben evidente,
ma si percepisce la capacità dell'artista di ispirarsi e non copiare riuscendo a lasciare un impronta personalizzata nel panorama della musica Punk indipendente.

(Gento alias Tizio)
Devo trovare qualcosa di non totalmente convincente?
Probabilmente avrei fatto una copertina più "in linea" col disco.
Meno colori, meno "patinata", più old school e diy.
Ma ovviamente fossero questi i problemi della vita...
Ah devo dare un voto come a scuola?
E che cazzo ne so... 7 e mezzo? 7 e mezzo mi sembra un voto corretto.

(Lorenzo dei Dischordia)
Vi posso comunque dire che è un buonissimo prodotto e sicuramente agli amanti del genere non può non piacere

(Luca di Across e Duff)
I pezzi sono davvero tutti belli. Assolutamente da non perdere!




Tracklist: 
01 – Man or cop? 
02 – New Life 
03 – Go Johnny go
04 – Punk rock
05 – Terrible monster
06 – Hero
07 – No friends
08 – Hate
09 – Change the world
10 – All your soul
11 – Song for the losers
12 – The Devil told me
13 – The next chapter