Il trio di Foggia propone uno stoner grottesco, dissacrante che
sperimenta e che non ha paura di mostrarsi nel più lugubre aspetto
dell'esistenza. Le tracce si susseguono come fosse una lunghissima
canzone, sonorità psicadeliche si rincorrono tra suoni lenti e
talmente introspettivi da sfiorare l'oscuro. Un album sicuramente
suonato bene, sicuramente, però, destinato a pochi. Un album
difficile da capire che mescola testi dissacranti e dalla tinte di
"massimo volume" o "teatro degli orrori" musiche
che sembrano provenire dalle segrete di una cattedrale. Un applauso
per la sperimentazione per il resto consiglio l'ascolto a qualche
temerario che ha voglia di cimentarsi in diversi minuti di tetro
riflessivo parlare.
-Simo-
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